Manifestazioni pro-Palestina a Roma e Milano si sono trasformate in atti di violenza e simboli di polemica su Giorgia Meloni e Salvini.
Durante recenti manifestazioni a favore della Palestina, le città di Roma e Milano sono diventate teatro di azioni controverse che hanno suscitato non poco scalpore nei confronti di Meloni e Salvini. Al centro delle polemiche, la comparsa di sagome raffiguranti importanti figure politiche italiane e internazionali, tra cui il Primo Ministro Giorgia Meloni e il Vicepremier Matteo Salvini, imbrattate simbolicamente di vernice rossa a rappresentare sangue. Queste rappresentazioni visive hanno acceso un dibattito sull’intensità e la natura delle proteste.
La violenza si intreccia alla protesta
A Roma, sono state prese di mira le effigi del premier e di alcuni ministri. Mentre a Milano è stata registrata la distruzione di vetrine di un grande magazzino e l’aggressione a un agente della polizia locale. Questi atti di vandalismo sono stati compiuti in margine a cortei che, pur professando un messaggio di pace, hanno manifestato forme di violenza.
La denuncia sui social
Matteo Salvini, attraverso i social, ha denunciato la presenza di un cartonato con il suo volto e quello di altri esponenti del governo, imbrattati di vernice rossa durante una manifestazione filopalestinese a Milano. Questo episodio ha sollevato interrogativi sulla reale intenzione dei manifestanti, che, sebbene dichiarino di lottare per la pace, sembrano avallare gesti di odio e violenza.
Le sagome “insanguinate” non hanno risparmiato nessuno: oltre a Salvini e Meloni, sono stati rappresentati i ministri Piantedosi, Crosetto, Lollobrigida, Valditara e persino il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Questi simboli di denuncia hanno scatenato una forte reazione politica, alimentando un dibattito sul confine tra libertà di espressione e incitamento all’odio.
Gli episodi di violenza non si sono limitati alla sola rappresentazione simbolica. Infatti, durante le manifestazioni sono stati segnalati momenti di tensione, come l’attacco a un agente di polizia locale a Milano, che ha riportato ferite lievi. Questi atti hanno messo in luce la sfida di mantenere l’ordine pubblico di fronte a manifestazioni che possono degenerare in violenza.